esito Lezione 2 parte 2
dei testi in bibliografia, vedi banner in: cecilia polidori TWICE DESIGN LESSONS: Lezione 2 ed altre regole
E.M. Augusto Morello, paradigma
In basso: a sinistra, Stile Industria n.1 (cover di Albe Steiner), a destra Stile Industria n.35 (cover di Enzo Mari)
Morello riprese inoltre per qualche numero, come direttore, la pubblicazione della storica rivista fondata da Alberto Rosselli: Stile Industria. La rivista nacque nel 1954 con l'obiettivo di aprire un dialogo tra il design e l'industria, quando l'idea di disegnoindustriale era ancora nuova ai lettori, e fu un importante luogo di dibattito e aggiornamento sull'estetica e il significato del design moderno, fino a quando venne chiusa nel 1963. Stile Industriadiede una spinta importante al design italiano, che nel decennio successivo guadagnò la sua reputazione e il suo successo a livello internazionale. Da ricordare anche le copertine della rivista, realizzate da famosi artisti e designer, che le conferirono un aspetto inequivocabilmente italiano. L'iniziativa della ripubblicazione da parte di Augusto Morello, nel 1995, aveva il preciso intento di ricostruire quel dibattito sul design che in quegli anni sembrava aver perduto il proprio centro.
Augusto Morello nel corso degli anni approfondì in particolare una delle problematiche relative al design: il complicato rapporto“progetto – prodotto - consumo” .
Per Morello le prestazioni di un prodotto non si esauriscono nella sua destinazione strumentale, ma giocano un ruolo significativo nella dinamica delle relazioni tra gli uomini, e sono quindi connesse a prestazioni “culturali”. Tuttavia molte imprese tendono a separare lo strumento dall’oggetto, non tenendo conto che la forma e la funzione non possono essere due concetti distinti e opposti, in quanto “la forma stessa é una funzione sociale, ossia una prestazione che rifiuta l’estraniamento dal contesto del progetto”.
"La scienza mi affascina, ne invidio il paradigma, cioè il fatto che si possa proporre una determinata ipotesi solo se contemporaneamente si comunica a tutti il metodo e i mezzi utilizzati per formularla...Mi sembra che in questo senso, la ricerca scientifica sia l'unica vera democrazia esistente".
Le fasi della scienza paradigmatica di Kuhn
http://www.thisisdisplay.org/tag/Stile+Industria
http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/20/Design_italiano_una_rivista_storica_co_0_95032015294.shtml
http://www.archimagazine.com/dcompas.htm http://it.wikipedia.org/wiki/La_Rinascente http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Compasso_d'oro
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/10/02/i-neutrini-e-il-cambio-di-paradigma/ http://it.wikipedia.org/wiki/Paradigma
http://www.thisisdisplay.org/tag/Stile+Industria
http://www.flickr.com/photos/laurapopdesign/3314627768/
serendipity trovando la Terza Dimensione cercando Puccini e Calderòn de la Barca
E.M. Favole di Andersen, Fedro, Esopo- Johann Sebastian Bach e le Variazioni Goldberg-Cennino Cennini
Hans Cristian Andersen fu uno scrittore e poeta danese, celebre soprattutto per le sue fiabe. I motivi ispiratori dei suoi scritti sono di diversa natura: folklore popolare, racconti per l'infanzia, fiabe, novelle tradizionali, dove la materia esistente è a volte lasciata senza modifiche sostanziali (Principessa sopra un pisello, I vestiti nuovi dell'Imperatore), oppure viene trattata come semplice spunto e rielaborata sulla base di invenzioni personali (ad esempio La Regina delle nevi, Compagno di viaggio) dando vita, per la prima volta, alla fiaba d'autore, propriamente intesa.La forza innovativa del genere, da parte di Andersen è la capacità di far convivere sperimentazione e tradizione nei racconti, con riferimento particolare alla lingua parlata introdotta in ambito letterario.Andersen tratta un tipo di fiaba utile alla formazione della mente, aperta in tutte le direzioni: "Al di là del contenuto immediato e dell'ideologia di cui possano essere di volta in volta portatrici" (G. Rodari, in ibidem, cit. ) ci aiutano a conformare criticamente la mente e ad affrontare la realtà con occhio spregiudicato.
E.M : “Trovo libri che sono la riduzione semplificata delle favole di Andersen, in realtà molto complesse e inadatte ai più piccini, sintetizzate brutalmente inpochi paragrafi”.
Tale affermazione è correlabile all'utilizzo di temi ricorrenti nei suoi scritti,imprescindibilmente legati alla sua maturazione giovanile.
- Il tema del diverso,inteso come "non collocato o non collocabile", riferito a qualcuno che ineluttabilmente, per sua natura, non può trovare il proprio posto nella realtà che lo circonda, come "sospeso" tra due mondi a nessuno dei quali può appartenere appieno.Illustrazione di Vihelm Pedersen per “Il brutto anatroccolo”.
Illustrazione di Vihelm Pedersen per "Il brutto anatroccolo".
- Il tema del doppio, che scaturisce dalla percezione di sospensione, di essere e non essere, dalla consapevolezza di essere " imprigionato" in una personalità a cavallo tra realtà diverse, senzapoter appartenere veramente a nessuna, che non sia quella ideale ove si realizza l'unione tra poesia e natura.
Illustrazione di Vihelm Pederson per "La sirenetta".
- Il tema della morte e della vita, espresso ricorrendo frequentemente ad immagini di mutilazione (si pensi a La sirenetta, a suo modo senza gambe, a Il tenace soldatino di stagno, con un'unica gamba, o ancora a Le Scarpette rosse, dove alla protagonista vengono amputati i piedi). Spesso la mutilazione è il punto di per un passaggio a un livello diverso della vita, terrena o ultraterrena. Anche in questo tema, che si ricollega strettamente a quelli già trattati, ritroviamo la radicale convinzione di Andersen che per aspirare al bene la condizione è spesso la sofferenza. Sempre, che questa ambizione si realizzi poi veramente, dal momento che bene e male, vita e morte appaiono a volte un tutt'uno: due facce della medaglia dell'esistere.-
Immagine di ballerina eseguita da Vihelm Pederson
“… E per di più illustrate con tavole in demenziale stile bambino. Io penso che, per rispetto nei confronti dell’intelligenza dei piccoli, quei disegni dovrebbero avere la più alta qualità possibile.”
" Vi sono riportati i disegni di vari animali, scelti fra i protagonisti delle favole antiche di Fedro ed Esopo, come la rana, la volpe eccetera..."
Per la loro semplicità, icasticità e chiarezza, le fiabe e favole di Fedro ed Esopo sono prese da E. M. a modello didattico più di quanto lo possano essere quelle di Andersen. Il motivo è chiaro: le capacità analitiche e di comprensione di ogni bambino sono limitate in tenera età, ma nel contempo fondate su un metodo di acquisizione della conoscenza basilare, primitivo e ferreo. Come egli stesso lo definisce a pag. 34 meccanismo di “prassi- teoria in evoluzione” e arricchimento via via che aumenta l’esperienza. Tematiche troppo impegnative e storie troppo articolate, sicuramente possono stimolare la fervida fantasia del bambino ma ad un età in cui una certe preparazione empirica lo consente. Le prime ed efficaci fiabe e favole da propinare al piccino, sono quelle immediate e dotate di un simbolismo chiaro, veicolato dagli stessi personaggi e non dalle scelte e dai desideri che li caratterizzano nel corso delle vicissitudini che li riguardano. Spiego meglio:
La prepotenza, l'astuzia e l'ipocrisia, l'ingordigia e la rapacità, la vanagloria, la servilità, la ferocia, la crudeltà, la vendetta e quant'altro simile trovano espressione allegorica nel leone, nel lupo, nella volpe, nel cane, nell'aquila, nel pavone, nel corvo, nella pantera, nel coccodrillo, nel serpente. E talvolta anche uomini,come in esopo, per lo più identificati attraverso la loro professione (vasaio, pescatore, pastore, taglialegna, ecc.)narrati in un quadro sintetico, che mostra grande naturalezza evocativa e profonda conoscenza delle passioni umane.
In Andersen il simbolismo è doppio. Forse è meglio dire che si tratta di metafore. Il brutto anatroccolo, che in realtà è cigno, dunque per sua natura bello slanciato ed elegante,viene confuso per un anatroccolo venuto male, e in principio deriso e sbeffeggiato. La risoluzione dell’equivoco è il lieto fine, ovvero la presa di coscienza della propria natura, in seguito alla maturazione ed alla conoscenza di se stessi e delle proprie doti. Sicuramente il messaggio è profondo educativo, ma non alla portata di una mente ancora non strutturata per poter cogliere il significato del rapporto essere-apparire. E. M si serve per cui delle figure immediate e riconoscibili delle fiabe e favole di Esopo e Fedro per progettare il gioco delle fiabe.
E.M. Cennino Cennini“ Dipingo a tempera su tavola, preparando la base col gesso e fabbricando i colori e i leganti da me, secondo le indicazioni dei trattati antichi come quello di Cennino Cennini: terre naturali, latte, uovo colofonia. Seguo le ricette e ricreo tinte con gli stessi metodi originali”.
Cennino Cennini, originario della Toscana, fu influenzato da Giotto .Oggi è soprattutto ricordato per il suo Libro dell'Arte, scritto in volgare all'inizio del XV secolo. Il libro è il primo trattato organicamente monografico sulla produzione artistica, contenente informazioni su pigmenti e pennelli, sulle tecniche della pittura, dell'affresco e della miniatura e fornisce inoltre consigli e "trucchi" del mestiere. Spesso l'opera è stata interpretata dagli studiosi come momento di passaggio fra l'arte medievale e quella rinascimentale.
Da Giotto: “Santo Stefano” – tempera su tavola – Firenze, Fondazione H.P.Horne. Esempio di provino di ricostruzione filologica sulla tecnica della tempera ad uovo su tavola, tipica del ‘300, con particolari riferimenti alle fasi della doratura.
1 - Preparazione della tavola 2 - Doratura a “guazzo” con foglia d’oro 3 - Colorazione di rifinitura delle ombreggiature 4 - Preparazione del fondo con bolo per la doratura 5 - Preparazione del supporto ligneo (vari strati: gesso,colla, imprimiture colorate)6 - Preparazione del disegno a spolvero. 7 - Esempio di stesura tratteggiata tipica della tempera ad uov0 8 - Colorazione base “incarnato” (ocre, biacca, cinabro, nero) 9 - Punzonatura sulla doratura 10 - Lumeggiatura
11 - Colorazione di rifinitura a base rosso cinabro
12 - Colorazioni di preparazione per decorazione del tessuto
Le due principali tecniche pittoriche erano la tempera, ossia il “lavorare in ancone, o vero in tavola” e l’affresco il“lavorare in muro, cioè in fresco”.
Nel trattato di Cennini troviamo scrupolosamente elencate le fasi esecutive. Per la tempera, ad uovo ed a colla, che veniva prevalentemente eseguita su supporti lignei opportunamente preparati, Cennini proponeva questi passaggi tecnici:”…tritare, o ver macinare, inconlare, impannare, ingessare, radere i gessi e pulirli, rilevare di gesso, mettere di bolo, mettere d’oro, brunire, temperare, campeggaiare, spolverare, grattare, granare o vero camucciare, ritagliare, colorire, adornare, e ‘nvernicare…” (2).
Per quanto riguardava l’affresco, che possiamo considerare la tecnica di pittura murale per eccellenza, la fasi indicate da Cennini erano:“… bagnare, smaltare, fregiare, pulire, disegnare, colorire in fresco, trarre a fine in secco, temperare, adornare, finire in muro…” (2).
“Il libro dell’arte” è, poi, ricchissimo di indicazioni e precetti su come preparare ed usare al meglio i colori, il gessi, le colle i pennelli: in pratica tutti i materiali e gli strumenti necessari al pittore per l’esercizio della sua arte. E’ altresì fonte importante di precise informazioni sui procedimenti pittorici e sulle condizioni di attuazione degli stessi, sui modi migliori per approvvigionarsi delle materie prime ed utilizzare economicamente tutte le risorse disponibili. Si parla inoltre di condizioni climatiche ideali per effettuare determinate operazioni.
“… mi appassiono alla musica e in particolare a Johann Sebastian Bach, che ho scoperto ascoltando qualche concerto alla radio …”
Johann Sebastian Bach, è stato un compositore, organista, clavicembalista e maestro di coro tedesco del periodo barocco, di fede luterana, universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica.
La tradizione vuole Sebastian intento ad apprendere i primi rudimenti musicali dal padre che gli avrebbe insegnato a suonare il violino e la viola.
Poco valutato come compositore, la fama di Bach dilaga invece come insuperabile organista, fama consacrata dai concerti durante i quali gli ascoltatori rimangono di volta in volta rapiti, commossi o sconvolti dalle capacità esibite dal genio, in grado di plasmare l'anima dell'uditorio a seconda che voglia essere patetico o semplicemente virtuosistico.
«Lo scopo e il fine ultimo di tutta la musica non dovrebbe essere altro che la gloria di dio e il ristori dell'anima.»Aforisma di Johann Sebastian Bach
“Bach come i grandi della pittura, mi parla dell’infinito” E.M.
Le Variazioni Goldberg sono un'opera per clavicembalo consistente in un'aria con trenta variazioni. L'opera è stata concepita come un'architettura modulare di 32 brani, disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica.
È molto frequente vedere avvicinate la matematica e la musica, sia per il tipo di piacere che arrecano a chi le fa, sia per le caratteristiche dell'impegno intellettuale che richiedono. Benedetto Scimemi in un Concerto-Conferenza, tenuto il 25 maggio alla Sala della Società Filarmonica di Trento con la pianista Chiara Bertoglio, ha cercato invece di farci vedere come l'aspetto formale, strutturale della costruzione di un capolavoro come le Variazioni Goldbergpossa essere reso visibile attraverso il linguaggio dellaGeometria; in particolare, della geometria elementare, quella che si studia alle scuole medie: le traslazioni e le simmetrie.Secondo Forkel, il primo biografo di Bach, le Variazioni Goldber sarebbero state commissionate da Herman von Keyserlingk, perché fossero suonate dal suo protetto, il quindicenne Johann Gottlieb Goldberg, per conciliargli il sonno. L'aneddoto è probabilmente falso, ma anche se non ci fossero le argomentazioni degli storici per dimostrarlo basterebbe la considerazione che Scimemi ha fatto in apertura della sua conferenza: la complessità strutturale delle Variazioni è tale da togliere il sonno a chiunque le ascolti con orecchio non superficiale. Di queste, le numero 3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24, 27, 30 (notate una certa regolarità?) sono canoni.
Link di riferimento testo:
Per favole di Andersen, Esopo e Fedro http://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Christian_Andersen#cite_note-24 http://www.lefiabe.com/fedro/index.htmhttp://www.lefiabe.com/esopo/index.htm
Per Cennino Cennini http://www.bottega2000.it/computerart/giottobottega.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Cennino_Cennini
Per Johann Sebastian Bach http://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=97&biografia=Johann+Sebastian+Bachhttp://www3.unitn.it/unitn/numero23/bach.html http://it.wikipedia.org/wiki/Variazioni_Goldberg
Link di riferimento iconografico:
Per favole di Andersen, Esopo e Fedro http://it.wikipedia.org/wiki/File:HCA_autoport.jpg http://it.wikipedia.org/wiki/File:Vilhelm_Pedersen_B8,_ubt.jpeghttp://it.wikipedia.org/wiki/File:Vilhelm_Pedersen-Little_mermaid.jpg http://it.wikipedia.org/wiki/File:Duckling_03.jpg http://www.google.it/imgres?q=andersen+illustrazioni+fiabe&um=1&hl=it&biw=1280&bih=675&tbm=isch&tbnid=EnT6bzOL1PAOYM:&imgrefurl=http://house-of-mystery.blogspot.com/2009_11_29_archive.html&do
Per Cennino Cennini http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.bottega2000.it/computerart/giottoscheda.jpg&imgrefurl=http://www.bottega2000.it/computerart/giottobottega.htm&h=444&w=463&sz=52&tbnid=SlXKhttp://www3.unitn.it/unitn/numero23/bach.html
http://www.google.it/imgres?q=cennino+cennini&hl=it&sa=X&biw=1280&bih=675&tbm=isch&prmd=imvnsb&tbnid=73cAzPB9NaYrYM:&imgrefurl=http://www.bottegadartetoscana.it/det_icone.asp%253
Per Johan Sebastian Bach http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=97&biografia=Johann+Sebastian+Bachhttp://www3.unitn.it/unitn/numero23/bach.html
E.M. Johann Sebastian Bach, Variazioni Goldberg, Puccini, Octave Mirbeau, Il giardino dei supplizi
Il romanzo è costituito di testi di tonalità differenti, che sono stati concepiti indipendentemente. Questo mescolío di stili e le trasgressioni dei codici della verosimiglianza e della credibilità romanzesca contribuiscono a sconcertare i lettori, che non sanno come si debba leggere questo strano oggetto letterario, composto di tre parti. "Il Frontespizio" presenta una discussione fra intellettuali di salone sulla "legge dell' omicidio" e, secondo loro, sembra che la società, colle sue leggi, non faccia altro che moderare e indirizzare questo bisogno primitivo. La prima parte della narrazione che segue, intitolata "In missione", è une caricatura grottesca egli ambienti politici della Francia della Belle Époque. La seconda parte, "Il Giardino dei supplizi", precisamente, è la relazione di una passeggiata di due Europei, la sadica ed isterica inglese Clara e l'anonimo narratore francese, nel mezzo del giardino delle torture del bagno penale di Cantone, giardino infernale e paradisiaco, dove si pratica l'arte della tortura secondo antiche pratiche cinesi.
LINK DI RIFERIMENTO:
Johann Sebastian Bach;
Testo: http://it.wikipedia.org/wiki/Johann_Sebastian_Bach
http://it.wikipedia.org/wiki/Variazioni_Goldberg
Immagini:https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_m2UTSMujjZI6vWnmyT_gOIzJVcWTgY8TwchGKh7tFERBcYY0mR3KuPb2D0xRF_xiVAeHB4rBr1bTihzLOJ1hqh-WzX3cPH8aMZL79d798bLQsM-YnsStm_9fHoOc8KwpV8rYxgRXP0/s1600/bach_facsimilie_400.jpg
Giacomo Puccini
Testo: http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Puccini
Immagini: http://it.wikipedia.org/wiki/File:GiacomoPuccini.jpg
Octave Mirbeau, Il giardino dei supplizi ;
Testo:http://it.wikipedia.org/wiki/Octave_Mirbeau
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Giardino_dei_supplizi
Immagini: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Rodin_Jardin_des_supplices.jpg
mercoledì 9 novembre 2011
serendipity trovando la Terza Dimensione cercando Puccini e Calderòn de la Barca
- http://www.terradilunigiana.it/root/Eventi/schedaEvento.asp?evento=5377
- http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/2681_lezioni_di_disegno_mari.html
- http://passatellicrudiallafermatadel2.wordpress.com/2008/01/12/enzo-mari-corso-di-disegno-abitare/
- http://www.asiamodena.it/appuntiyoga/ay/002/ay2.3.html
- http://mappementaliblog.blogspot.com/2008/11/lintelligenza-nella-mano.html
- http://frigoverre.tumblr.com/page/5
- http://www.scicom.altervista.org/tecniche%20Espressive%20e%20Composizione%20di%20Testi%20in%20Italiano/TecEspr.pdf
- http://www.fucinemute.it/2006/02/enzo-mari-tra-etica-e-design/
E.M. Giò Ponti
Macchina per il caffè Pavoni , 1948 |
Nel 1948 la Pavoni produce ,su disegno di Giò Ponti con la collaborazione di Antonio Fornaroli ed Alberto Rosselli, la prima macchina da caffè con caldaia orizzontale.
Tale macchina, denominata "La Cornuta" assume una peculiarità estetica dovuta alla messa in evidenza dei gruppi erogatori ,che si stagliano dal gruppo cilindrico del serbatoio.
Rivista Domus n° 360 del 1959 |
Stoffa Balletto alla Scala per Manifattura JSA , 1950 |
Definire l'opera di Ponti è dunque più difficile che mai. La sua importanza è sempre stata riconosciuta nel preparare le basi per la diffusione del design italiano nel dopoguerra; ma negli anni successivi alla sua morte, avvenuta nel 1979 a Milano ,nella stessa città in cui era nato nel 1891, è stato più difficile valutare esattamente la sua architettura e il suo design.
Bottiglia Donna per Venini |
appaia oggi cosi attuale: la Villa Planchart si appoggia con tanta levità sulla collina di Caracas che è stata soprannominata "la farfalla", la facciata della cattedrale di Taranto, traforata fin quasi a scomparire, è chiamata dalla gente del luogo "la vela", e la fortunatissima sedia "Superleggera" che si solleva con un dito, resta nella memoria di chiunque l'abbia provata.
Quest'ultima è stata disegnata nel 1957 ed è stata pensata per essere realizzata in svariate versioni : dalle colorazioni naturali fino ad arrivare alla versione bicolore in cui gli elementi simmetrici del telaio erano verniciati alternativamente nei colori bianco o nero ,esaltandone ulteriormente l'idea di leggerezza.
Posate per Artur Krupp, con manico romboidale |
Lampada Bilia |
Proprio nel 1948 Ponti riprende in mano la direzione di " Domus", ed è proprio qui che parla di architettura "standardizzata". Un nuovo concetto di arredo, arredi meno ingombranti: lampade, poltroncine leggere, nuovi tessuti stampati, posate non in argento.
Il tavolo da caffè ,Giò Ponti
Ogni segmento mostra lati di colore diverso, riprendendo i tonipontiani della villa di Caracas dalla quale proviene e il tema del diamante, ricorrente a diverse scale nell'opera del maestro.
La sedia Livia, Giò Ponti
LIVIA produzione L'ABBATE e' una sedia con struttura in Faggio massiccio e seduta in compensato. Progettata nel 1937 per arredare la facoltà di Lettere "Livianum" dell'Università di Padova, LIVIA è stata rieditata dal 2005.
Il prodotto è disponibile in 11 colori laccati e in 3 tinte legno differenti.http://www.designcan.it/prodotto/2368/LIVIA__Sedia_in_Faggio
Riferimenti fotografici:
http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2011/05/Bottiglia-Donna-per-Venini-Gio-Ponti-Archives.jpg
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://images.corriereobjects.it/gallery/Cultura/2011/05_Maggio/gio-ponti/3/img_3/10_posate-per-Arthur-Krupp-con-manico-romboidale-1955_672-458_resize.jpg&imgrefurl=http://www.corriere.it/gallery/cultura/05-2011/gio-ponti/3/gio-ponti-design_7383fcd2-7b1d-11e0-be08-e42815e8b082.shtml&usg=__6WHhldobmyVJkC2dp0f5aGQefuw=&h=458&w=631&sz=35&hl=it&start=2&sig2=H782wVo47SLIs9e_81tasg&zoom=1&tbnid=qaWtQvuZsjNMTM:&tbnh=99&tbnw=137&ei=D064To2_HoWE4gTnzq19&prev=/search%3Fq%3Dposate%2Bponti%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DN%26gbv%3D2%26rlz%3D1W1WZPA_it%26tbm%3Disch&um=1&itbs=1
http://www.elle.it/var/elleit/storage/images/elle-decor/arti-eventi-appuntamenti/l-avventura-gio-ponti/ponti-06/9923091-1-ita-IT/Ponti-06.jpg
http://www.designboom.com/portrait/ponti/chairs2.jpg
http://www.google.it/imgres?q=pagine+rivista+domus+n+360+del+1959&um=1&hl=it&biw=1366&bih=551&tbm=isch&tbnid=BrJfeGgIIlASkM:&imgrefurl=http://cgi.ebay.it/Rivista-DOMUS-360-1959-Ponti-Ellwood-Mila-Dorfles-/300566699193&docid=qqre3TdHK7dphM&itg=1&imgurl=http://img849.imageshack.us/img849/6518/94618685.jpg&w=800&h=600&ei=TUS-To-LA8jrsgaa4-WeAw&zoom=1&iact=rc&dur=255&sig=100683466095024235530&page=1&tbnh=101&tbnw=135&start=0&ndsp=14&ved=1t:429,r:9,s:0&tx=50&ty=36